Assegno unico figli 2021: come funziona? Dall’importo ai beneficiari, guida alle novità

Assegno unico figli 2021, è stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale del 6 aprile la legge delega, che disegna i principi alla base del nuovo strumento a sostegno delle famiglie. Come funziona e a chi spetta? Dai requisiti ai criteri per la determinazione dell’importo, ecco punto per punto le regole dell’assegno universale.


Come funziona l’assegno unico, quali sono i beneficiari e da quando sarà possibile ottenerlo?

La data di avvio, secondo le intenzioni del Governo, è quella del 1° luglio 2021, ma è ancora tutto da definire.
La legge delega approvata in Parlamento, ed in vigore dal 21 aprile 2021, definisce soltanto i criteri che dovranno guidare l’adozione dei decreti attuativi sull’assegno unico. Saranno questi a stabilire quando e come accedere al nuovo strumento di sostegno.
Il Governo dovrà fare i conti con la necessità di reperire risorse utili a garantire non solo un importo pari a 250 euro per figlio, come promesso, ma ad evitare che il riordino delle misure a sostegno della genitorialità risulti poco conveniente e penalizzante.

Ma come funziona l’assegno unico, cosa cambia rispetto ad oggi, e quali sono importi e beneficiari?
Dal bonus bebè, fino agli ANF, l’assegno unico punta a diventare strumento onnicomprensivo per il sostegno alle famiglie con figli, in sostituzione delle misure frammentate ad oggi vigenti.
Dal 7° mese di gravidanza - soppiantando il bonus mamme domani - e fino ai 21 anni di età, le famiglie avranno diritto ad un assegno economico d’importo calcolato in base al valore dell’ISEE.
Per quel che riguarda l’importo, la cifra esatta dell’assegno mensile non è ancora nota, ma si parla di somme da 80 a 250 euro mensili, da calcolare in base all’età del figlio e al valore dell’ISEE del nucleo familiare. Il nodo è rappresentato, come sopra già evidenziato, dalle risorse necessarie.

L’avvio dell’assegno unico 2021 porterà all’abolizione di alcuni dei bonus per le famiglie ad oggi vigenti: assegni familiari, ANF, bonus mamme domani, bonus bebè e detrazioni figli a carico. Sono questi alcuni degli strumenti che consentiranno di reperire ulteriori risorse per l’assegno universale.
La sfida dei decreti attuativi è ora di evitare di danneggiare quei contribuenti che ne beneficiano: secondo l’Istat, l’assegno unico penalizzerebbe circa il 30% delle famiglie. È stato il Family Act approvato in Consiglio dei Ministri l’11 giugno 2020 a prevedere, tra le novità più rilevanti e di più immediata attuazione, l’assegno unico per i figli, sostegno universale di importo progressivo 

Calcolato sulla base del modello ISEE

Il testo della legge delega, approvato in via ufficiale dal Senato il 30 marzo 2021 e pubblicato in Gazzetta Ufficiale del 6 aprile, è il primo passo formale per l’avvio dell’assegno universale. I dettagli operativi saranno definiti con l’emanazione di appositi decreti legislativi da parte del Governo, da sottoporre poi al vaglio del Parlamento.
L’obiettivo è di completare il tutto entro il 1° luglio 2021, data entro la quale far partire il nuovo bonus unico ed universale per le famiglie con figli.

Come funzionerà l’assegno unico? I pilastri della misura sono contenuti nella legge delega.
L’assegno mensile verrà riconosciuto per ciascun figlio minorenne a carico, dal 7° mese di gravidanza e fino all’età di 21 anni. L’importo dell’assegno è maggiorato per i figli successivi al secondo.
In merito al pagamento dell’assegno unico, è prevista la possibilità di erogazione direttamente al figlio maggiorenne, su sua richiesta, per favorirne l’autonomia.
Sempre per quel che riguarda gli importi, il disegno di legge prevede che questo sia maggiorato rispetto all’importo ordinario in un range dal 30 al 50 per cento in caso di figli con disabilità; l’importo della maggiorazione verrebbe calcolato in base alla gravità della disabilità.
Sempre in tal caso, l’assegno verrebbe riconosciuto anche dopo i 21 anni, se il figlio permane nel nucleo familiare.
Di seguito il testo della legge delega n. 46 pubblicata in Gazzetta Ufficiale del 6 aprile 2021.

Assegno unico figli 2021, a chi spetta? Focus sui beneficiari

Per quel che riguarda i requisiti di accesso, l’assegno unico 2021 è riconosciuto in favore di:
  1. cittadini italiani o di uno Stato membro dell’Unione europea, o suo familiare, titolare del diritto di soggiorno o del diritto di soggiorno permanente, ovvero di uno Stato non appartenente all’Unione europea in possesso del permesso di soggiorno UE per soggiornanti di lungo periodo o del permesso di soggiorno per motivi di lavoro o di ricerca di durata almeno annuale;
  2. soggetti tenuti al pagamento dell’imposta sul reddito in Italia;
  3. residenti e domiciliati in con i figli a carico in Italia per la durata del beneficio;
  4. residenti in Italia per almeno due anni, anche non continuativi, ovvero titolari di un contratto di lavoro a tempo indeterminato o a tempo determinato di durata almeno biennale.
Tra le novità principali dell’assegno unico vi è il carattere di universalità: 

spetterà anche ai titolari di partita IVA

Assegno unico per i figli:

per il calcolo servirà il modello ISEE

Secondo quanto previsto dal Family Act, l’importo dell’assegno unico dovrà essere strutturato secondo i seguenti parametri:
  1. un assegno universale di importo minimo, riconosciuto a tutte le famiglie con figli fino a 18 anni (elevabile fino a 21 anni);
  2. una maggiorazione variabile determinata per scaglioni dell’indicatore della situazione economica equivalente (ISEE);
  3. in caso di figlia o figlio successivo al secondo, l’importo dell’assegno universale è maggiorato del venti per cento;
  4. è riconosciuto a decorrere dal settimo mese di gravidanza;
  5. l’importo dell’assegno tiene conto dell’età dei figli a carico;
  6. l’assegno universale è incrementato per ciascun figlia o figlio con disabilità, ai sensi dell’articolo 3 della legge 5 febbraio 1992, n. 104;
  7. è riconosciuta una integrazione compensativa dell’importo dell’assegno diretta ad assicurare che lo stesso non risulti in ogni caso inferiore a al trattamento complessivo in quello in godimento al nucleo familiare.
Il nuovo assegno unico prenderebbe il posto dei bonus per le famiglie e nuovi nati attualmente vigenti.
Tra queste, sarebbero aboliti il bonus bebè, il bonus mamme di 800 euro, così come gli assegni familiari e gli ANF ed alcune detrazioni fiscali, tra le quali quella per gli asili nido.

Assegno unico 2021, 250 euro al mese? Importo da definire

Il disegno di legge delega approvato in Senato il 30 marzo 2021 non fissa gli importi dell’assegno unico, ma esclusivamente i criteri che guideranno la messa a punto dei provvedimenti attuativi. L’importo mensile dell’assegno riconosciuto per ciascun figlio è quindi ancora tutto da definire. Le risorse complessivamente disponibili ammontano a 20 miliardi di euro, considerando sia quanto stanziato dalla Legge di Bilancio 2021 che le somme derivanti dal taglio delle agevolazioni vigenti. Sebbene si tratti di un fondo importante, le risorse attualmente disponibili non sono sufficienti a garantire una somma mensile pari a 250 euro al mese per figlio. Motivo per cui il Governo sta facendo i conti con diverse ipotesi. Tra queste c’è quella del gruppo di ricerca Arel, Fondazione E. Gorrieri e Alleanza per l’infanzia.
Secondo quanto riportato dal Sole24Ore, la proposta è di introdurre un assegno pari a 160 euro circa al mese per figlio, pari a 1.930 euro all’anno, con maggiorazioni in caso di presenza di figli disabili e dal secondo figlio in poi. Una simulazione che lega, inoltre, il calcolo del bonus al valore dell’ISEE del nucleo familiare.
La proposta, all’esame del Governo, rischia però di penalizzare le famiglie che già oggi accedono alle misure di sostegno alla genitorialità, quelle che però verrebbero accorpate nel nuovo assegno unico dal 1° luglio 2021. Per evitarlo, servirebbero ulteriori 800 milioni di euro, risorse che spetta al Governo ed in particolare ai tecnici del MEF reperire e mettere sul piatto.
L’approvazione della legge delega è evidentemente soltanto il primo passo, e il lavoro di Governo e Parlamento è appena cominciato.

Assegno unico anche per i percettori del reddito di cittadinanza

I dettagli operativi sul funzionamento dell’assegno unico arriveranno quindi soltanto dopo l’emanazione dei decreti attuativi. Il testo del disegno di legge stabilisce che questi dovranno garantire l’accesso alla misura anche ai percettori del reddito di cittadinanza, congiuntamente e con le stesse modalità di erogazione dello stesso. Nella determinazione dell’importo del reddito di cittadinanza verrà tenuto in considerazione anche l’importo dell’assegno unico riconosciuto ai componenti di minore età presenti nel nucleo familiare.

L’assegno unico sarà inoltre ripartito in pari misura tra i genitori.

In caso di separazione, annullamento, cessazione o scioglimento del matrimonio, sarà riconosciuto al genitore affidatario o ad ambedue in caso di affidamento congiunto.